Scienziati discriminati per la propria appartenenza, vescovi denunciati
perché contrari all’aborto, libri e radio censurate: ecco una mappa degli
attacchi alla libertà religiosa
MARCO TOSATTI
ROMA
ROMA
Quello che una volta
sarebbe sembrato semplicemente inconcepibile sta accadendo. Nel mondo
occidentale stanno nascendo, nei confronti dei cristiani – e in particolare dei
cattolici e degli evangelici meno “secolarizzati” – nuove forme di
discriminazione, quando non di persecuzione. Semplicemente leggendo le notizie
delle ultime settimane, e senza una ricerca particolarmente estesa, è facile
cogliere segnali ben chiari in questa direzione.
Un esempio. Margaret
Somerville, una studiosa universitaria canadese di grande fama ed esperienza ha
scritto un editoriale sul “The Globe and Mail” denunciando il fatto che in
maniera crescente nel dibattito le sue idee sono lasciate cadere semplicemente
perché è cattolica. Margaret Somerville è fondatrice e direttrice del “McGill
Centre for Medicine, Ethics and Law”, e insegna alla McGill, una delle
principali università americane. “Ho partecipato al dibattito pubblico per più
di trenta anni e presentando analisi etiche e legali sui problemi dei quali
tratto non sono mai stata attaccata da una base religiosa. Allora, perché
adesso questa corsa ad etichettarmi come cattolica?”. Secondo la studiosa
“definire una persona religiosa è ormai altamente screditante. Questa strategia
permette di eliminare gli argomenti dell’avversario senza entrare nella
sostanza”. Ma ormai, conclude, alcuni importanti riviste mondiali di medicina
“in maniera sorprendente e non saggia” chiedono agli autori degli articoli di
dichiarare la loro affiliazione religiosa.
In direzione analoga
negli Stati Uniti va Enda (Employment Non-Discrimination Act, ndr) la legge che
vorrebbe, in teoria, impedire la discriminazione sul posto di lavoro in base al
genere, ma in realtà indirizzata a sostenere la diffusione dell’ideologia del
“Gender”, e a limitare la libertà di chi non la condivide o ad essa si oppone.
E, affermano i vescovi americani, a limitare anche la libertà religiosa.
Vescovi che sono stati denunciati da un’associazione che dice di difendere le
libertà individuali perché con la loro posizione anti-aborto metterebbero in
pericolo la vita delle gestanti.
Gli esempi di questo
genere potrebbero continuare; e non ultimo il caso di Costanza Miriano, la cui
pubblicazione in Spagna di un libro “Sposati e sii sottomessa”, a cui ha fatto
seguito “Sposala e muori per lei” – entrambi i titoli citazioni di San Paolo -
ha dato origine alla prima richiesta di censura editoriale dai tempi del regime
del Caudillo fascista, Francisco Franco.
Di questo argomento si è
parlato qualche giorno fa all’Università Urbaniana di Roma. Un intervento
particolarmente interessante è stato quello di Paul Marshall, esponente di
spicco del Center for Religious Freedom all’Hudson Institute. “La
secolarizzazione occidentale è venuta crescendo negli ultimi decenni – ha detto
Marshall alla CNA -. Mi preme sottolineare che i modelli di cui stiamo parlando
non sono analoghi a quelli del mondo comunista ancora esistente, o del Medio
Oriente. Non è una persecuzione in quel senso, ma sta diventando molto
preoccupante”.
“Ci sono correnti molto
minacciose – ha continuato Marshall – e credo che dobbiamo esserne consci, in
termini di discriminazione sul lavoro, della capacità di esprimere il proprio
pensiero, o della possibilità di vivere la propria fede. Le cose stanno davvero
peggiorando in Occidente”.
Marshall ha citato
esempi già noti, come quelli di persone licenziate perché indossavano un
piccolo crocifisso. E ha ricordato che il Pew Forum sulla religione e la vita
pubblica, un ente di grande fama in questo genere di statistiche, sostiene che
“il grado di ostilità religiosa nell’Europa occidentale è alta quanto in Medio
Oriente”.
Solo qualche settimana
fa un tribunale inglese ha proibito a una radio cristiana di pubblicare un
annuncio in cui si invitavano i cristiani discriminati sul posto di lavoro a
rendere nota la loro storia, col pretesto secondo il quale si sarebbe trattato
di propaganda politica.
Invece di una società
aperta in generale, dove i laici sono liberi, i cristiani sono liberi, e gli
indù sono liberi, la più recente versione di società secolarizzata, secondo
Marshall, è quella “dove lo Stato incarna un’ideologia particolare e chiede che
ciascuno si adegui ad essa”. C’è uno spostamento da una “società pluralistica a
una società ideologicamente secolarizzata. E questo è preoccupante”.
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